Il Parco di Muggia Vecchia: dalla Protostoria al Medioevo

LA PROTOSTORIA

Le prime tracce di frequentazione del colle si collocano nell’età del ferro, tra VIII e VI secolo avanti Cristo, quando le genti vivevano all’interno delle mura del castelliere.
Il castelliere era una fortificazione di altura molto diffusa in tutta la zona carsica e istriana dal 1600 a.C. fino alla conquista romana. A Muggia Vecchia si sono trovati i resti del muraglione di difesa lungo il lato meridionale del pendio, nel settore H, alle spalle della canonica e della casa del pellegrino. All’interno delle mura, come in quasi tutti i castellieri, c’erano abitazioni per le persone, ricoveri per gli animali e piccole aree coltivate. Nel nostro caso non abbiamo trovato queste evidenze, anche perché sovrastate dagli strati di epoche più recenti. Sono stati rinvenuti frammenti dei contenitori di ceramica, l’equivalente delle nostre stoviglie e pentole, e tracce di fuoco, indispensabili per cucinare e per riscaldare le abitazioni.

PERCORSO DI VISITA DELLA PROTOSTORIA

La testimonianza più evidente dell’epoca protostorica è il muro di cinta nella parte bassa del settore H. Scese le scalette di acciaio, sul lato sinistro si può vedere una parte del muro del castelliere, è la porzione più in basso sovrastata dai successivi terrazzamenti di epoca romana.
Risalendo le scale, si nota un’area recintata sulla nostra destra: questa era la zona dalla quale si estraeva l’arenaria necessaria alla costruzione del muraglione del castelliere. L’area era stata terrazzata già nell’antichità per evitarne il crollo.

IL PERIODO ROMANO

Nel 181 a.C. fu fondata la colonia di Aquileia, ottima base per l’espansione romana verso est, come attesta la conquista dell’Istria avvenuta un paio d’anni dopo (178-177 a.C.).
Il territorio Muggesano entrato nell’orbita dello stato romano era soggetto a un potere centralizzato che ne garantiva una certa tranquillità sociale e le attività commerciali: resti di attrezzatura marittima sono ancora visibili lungo la costa muggesana, come ad esempio il molo di Stramare.
La frequentazione umana sull’altura di Muggia Vecchia ha lasciato tutta una serie di tracce sparse, per lo più associate alla Basilica di Santa Maria Assunta. Per determinare l’esatta natura del sito si spera in scoperte future; per ora rimane il dubbio se si trattasse di una villa rustica, o di un sito militare. La presenza di resti sepolcrali induce a supporre l’esistenza anche di un’area funeraria.


Ara funeraria di C. Iulius Nicostratus, ora mensa d'altare nella navata sinistra.

PERCORSO DI VISITA ROMANO
Dell’epoca romana si sono conservati una serie di materiali, come l’ara funeraria romana dedicata dai genitori al diciottenne C. Iulius Nicostratus, riutilizzata all’interno della Basilica come basamento dell’altare nella navata di sinistra, e il sarcofago posto sul prato sul retro della Basilica.
Una serie di anfore è stata utilizzata come materiale edilizio per alleggerire la volta della nicchia absidale. Sotto l’altare maggiore invece è stato trovato un capitello corinzio del I-II secolo d.C. e in una fossa del cimitero è stata recuperata una moneta di bronzo, un asse battuto da Tiberio in onore di Augusto nel 15-16 d.C.
Altri materiali ancora sono emersi in vari punti del parco. C’è poi una curiosità: una meridiana moderna murata su una parete esterna della canonica ricorda come qui nel 1923 fu ritrovato un orologio solare romano ottenuto in un blocco di calcare. Attualmente la meridiana originale è conservata al Museo Archeologico di Muggia assieme al capitello corinzio.

LA FASE MEDIEVALE

Dopo la caduta dell’impero romano il territorio muggesano, come gran parte del Friuli e della Slovenia, è stato attraversato da un susseguirsi di popoli e dominazioni. Ne è conseguita una fase di forte insicurezza sociale che ha spinto la popolazione ad abbandonare gli insediamenti lungo costa, perché più difficili da difendere, e a preferire quelli fortificati di altura.
Tra il V e VI secolo forse ci fu a Muggia Vecchia un insediamento, che ha lasciato però poche tracce, essendo per lo più realizzato in legno.

Al 931 risale il primo documento in cui si legge il nome di Muggia: “castellum nomine Mugla, adiacens supra littus oceani maris, in comitatu Istriense”. È un atto di donazione da parte dei re d’Italia Ugo e Lotario che cedettero il castrum al Patriarca di Aquileia. La donazione aveva lo scopo di garantire il confine orientale dalle possibili ondate d’invasori provenienti da est e a questo scopo Muggia Vecchia aveva una posizione logistica notevole.
In quel momento furono costruite molte abitazioni utilizzando l’ottima pietra arenaria, dai colori caldi e resistente agli agenti atmosferici. Due aree del parco ci mostrano i resti delle case composte anche da porticati e piccole aie interne, dove trovavano ricovero gli animali che accompagnavano la vita degli uomini.
Le case erano piccole e addossate le une alle altre per occupare meno suolo possibile, ma anche per difendersi reciprocamente dal vento. Due vie maggiori si incrociavano dietro la basilica e da qui partivano le viuzze minori.


Il borgo rimase abitato e stretto dentro la sua cerchia di mura fino al 1353, quando i triestini assediarono Muggia Vecchia e la incendiarono. Era un’epoca di contese continue per la supremazia marittima e per il controllo delle saline.
Grazie all’attento lavoro degli archeologi, le tracce del rogo documentato fino allora solo da fonti storiche, hanno trovato conferme nella campagna di scavi del 2001, quando vennero in luce delle frecce conficcate nelle assi di legno del tetto. Si trattava quindi di frecce infuocate scagliate dagli invasori.
Dopo questa distruzione il borgo fu risistemato e le case rese di nuovo abitabili. Questa fase ebbe vita breve, perché la popolazione si spostò gradualmente a vivere lungo la costa del mare, dove era già sorto il primo nucleo dell’attuale Muggia. Dal 1420 Muggia, venuto meno lo stato Patriarcale, passò alla Repubblica di Venezia e con questo nuovo potere c’erano maggiori convenienze nel vivere lungocosta.


La Basilica di Santa Maria Assunta è l’unico edificio esistente del borgo d’altura, anche se interessato da numerosi episodi di restauro.
L’ultimo atto di questa lunga fase fu lo sviluppo di un cimitero affiorato sotto l’attuale sagrato della basilica, dove sono state trovate 9 tombe, successive alla distruzione del 1353. Erano fosse scavate e rivestite da lastre di pietra che ospitavano più persone, accompagnate da pochi oggetti di corredo come pettini, fibbie di cintura o collane.


PERCORSO DI VISITA MEDIEVALE

Le mura, le case, la chiesa e il colle stesso, con la sua piccola sommità fortificata riescono a solleticare l’immaginazione di chi sale su quest’altura, fino a immaginare i passi compiuti dalle persone che vivevano qui durante il medioevo.
Gli archeologi hanno riconosciuto ben quattro fasi di frequentazione tra il VI e XV secolo e, come è naturale in tutti gli scavi, i resti che oggi noi vediamo sono per lo più quelli appartenuti alle fasi più recenti, tra l’XI secolo e l’abbandono del borgo.
Le abitazioni avevano una pianta contenuta a due piani, in quello inferiore c’era la bottega artigiana e in quello superiore l’abitazione.
Così è stato riconosciuto nel settore F, alle spalle della basilica, dove, al centro dell’area, si vede il perimetro di una casa con i primi gradini per salire al piano superiore. Lì sono stati trovati attrezzi da lavoro e scarti di ferro, tanto da far supporre che si tratti della casa di un fabbro. Anche nel settore D, posto a destra guardando la Basilica, sono visibili fondazioni di case e tre pilastrini che indicano come le abitazioni avessero un porticato e delle aie per accogliere gli animali domestici.
Per avere idea della potenza delle mura di cinta basta guardarne lo spessore vicino alle porte d’ingresso. La maggiore e meglio conservata è quella dedicata a Sant’Odorico posta alle spalle della Basilica, al lato destro si trova quella di Santa Margherita, mentre di fronte rimangono pochi resti di quella che fu la porta di Santa Caterina. Ognuna di esse ospitava una piccola nicchia per onorare il santo a cui era dedicata.

Ara funeraria di C. Iulius Nicostratus, ora mensa d'altare nella navata sinistra.

Il Parco Archeologico e le sue aree, a cui facciamo riferimento nei testi di questa pagina. Elaborazione grafica archittetta Fabiana Pieri.

Scavi archeologici, settore H.

Scavi archeologici, settore G.

Porta est di Sant’Odorico, settore D.

Scavi archeologici, settore G.

Scavi archeologici, settore G.