Aspetti naturalistici del Parco di Muggia Vecchia

26.000 MQ DI BELLEZZA

Il parco di Muggia Vecchia si estende per 26.000 mq sulla sommità di un colle che da un lato guarda al mare e dall’altro l'entroterra istriano. Il territorio rientra nella penisola istriana e si distingue in modo netto dalle alture carsiche per la roccia naturale, qui infatti non è il calcare ma il flysch, costituito da un’alternanza di livelli più o meno spessi di marne e arenarie che conferiscono al colle quel colore caldo tra il rosa e il giallo.

VEGETAZIONE TIPICA

La composizione del terreno incide sulla vegetazione. Sui vecchi muri in pietra arenaria del parco, è ben evidente la piccola felce cedracca comune (Asplenium ceterah). Sulle murature più ombrose spunta invece l’asplenio tricomane o falso capelvenere (Asplenium tricomanes) ancora usato nella medicina popolare. Rinvenuto sulle macerie un esemplare di felce dolce, il Polypodium vulgare conosciuta anche con il nome di "liquirizia" perché il suo rizoma, ripulito, può suggere allo stato fresco, dando al palato un sapore che ricorda quello della liquirizia.

TANTE PIANTE DA SCOPRIRE

Sui ruderi delle vecchie case, oltre ai bei esemplari di roverella e di frassino minore che caratterizzano tutto il colle, si nota crescere una pianta grassa nostrana, l’erba di San Giovanni (Sedum maximum). A fine primavera l’area è arricchita dalla fioritura di lappola bianca (Orlaya gradiflora). Sotto le querce è ben presente il sommaco, o scotano, il quale riesce a sopravvivere grazie alla luce che penetra nel sottobosco attraverso le fronde delle querce, purtroppo regolarmente defogliate dalla tortrice verde. Importante è la presenza della leguminosa Medicago, erba medica foraggera e la Vicia cracca (Veccia trapuntata, Veccia montanina) fonte alimentare per l’uomo fino agli albori del Neolitico. Come tutte le leguminose arricchisce il suolo di azoto. Presente l’alloro nobile (Laurus nobilis) che ha dato il nome a Muggia (Borgo Lauro).

VITI E CEREALI DEL PASSATO

Attualmente le pendici del colle sono per lo più incolte, mentre in passato era soggetto addirittura a coltura mista, composta da filari di viti al cui interno venivano coltivati i cereali per ottimizzare lo spazio. Testimonianza del secolo scorso sono le interessantissime fotografie di Francesco Caldart, comandante forestale negli anni '30 che ha documentato lo stato del colle, sul quale fino agli anni '50 erano ancora presenti molti resti murari antichi poi demoliti.

FAUNA

Il colle di Muggia Vecchia e il suo parco ospitano molti animali tipici del territorio; caprioli, tassi, volpi e martore si spostano la notte su tutto il territorio. Nel fitto bosco sottostante si possono ammirare bei esemplari di scoiattolo comune (Sciurus vulgaris), anche se il numero è in declino.

Tra gli alberi del parco non manca l’avifauna tipica della zona; cinciallegre, cinciarelle, merli, cornacchie grigie, zigoli neri, gazze e ghiandaie. Se guardate bene troverete anche qualche picchio muratore (Sitta europaea) tra le pietre dei muretti. Tra gli stagionali si annoverano upupe, e rigogoli nelle calde giornate estive, mentre la notte potrete udire civette e assioli.

In inverno, se siete fortunati, potreste vedere peppole, fringuelli, passera europea e verdoni.

Anche i rapaci non mancano, durante l’anno potrete ammirare le poiane alla ricerca di cibo e, in estate, anche qualche falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).


Roverelle del Parco, Quercus pubescens

Roverelle del Parco, Quercus pubescens

falco pecchiaiolo

Scotano, Cotinus coggygria.

Falco Pecchiaiolo, Pernis Apivorus.

Zigolo nero, Emberiza cirlus.

Il progetto di riqualificazione del Parco

L’area verde ha visto nel tempo una sempre maggior trascuratezza e una carenza nella gestione della manutenzione: molte aree si sono inselvatichite, pascoli divenuti bosco, affacci visivi dominanti sul paesaggio circostante chiusi dalla vegetazione spontanea. Dopo gli ultimi lavori effettuati per la fruizione e per la valorizzazione delle aree archeologiche nell’anno 2000, gradualmente la gestione del verde è stata limitata all’essenziale.


La vegetazione spontanea non va vista come negativa e ‘per forza’ da eliminare, perché lo stesso Parco di Muggia Vecchia è peculiare proprio per la presenza della vegetazione autoctona, come le roverelle; va però gestita e controllata, al fine di mantenere un livello di fruizione e di bellezza adeguato all’ubicazione strategica del luogo, dominante sul golfo di Trieste e sul paesaggio agricolo e boschivo della vicina Slovenia.


È opinione condivisa dal parroco don Andrea Destradi e dagli Amici di Muggia Vecchia quella di gestire al meglio l’area, nel pieno rispetto dei vincoli di tutela esistenti, di natura idrologico-forestale, archeologica e paesaggistica. Si desidera pertanto ridare all'area la dignità che le spetta a motivo della storia passata, affinché possa essere testimonianza per le generazioni presenti e future. L’intento manifestato è quello di attuare operazioni controllate di gestione e manutenzione del bosco e delle aree verdi limitrofe alla chiesa, all’interno di una visione organica d’insieme, in conformità ai vincoli esistenti.

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Causale: Manutenzione Parco di Muggia Vecchia


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